Evento editoriale: arriva in libreria un’illustratrice per l’infanzia e un’autrice tra le più importanti del fumetto d’autore europeo, la francese Nicole Claveloux. Se dopo gli anni ottanta si era allontanata dal fumetto, ultimamente è oggetto di un attento recupero che consente di riscoprire la produzione di questa eccezionale artista di matrice surrealista, proprio come era in buona parte surrealista Métal Hurlant, la rivista che la pubblicava, a cominciare da tanta fantascienza di Moebius. Basti pensare al raccontino in bianco e nero Una giornata in campagna, vero capolavoro di poesia e follia, di leggiadria grafica e surrealismo dissacrante: solo a lei riesce di fare della pura poesia moebiusiana pur realizzando qualcosa di totalmente personale. Ma ovviamente primeggia il racconto lungo a colori sceneggiato da Édith Zha, La mano verde, disegnato con una tecnica raffinata in cui la tempera si mescola all’aerografo e il disegno a china viene applicato dopo il colore: dilatando gli spazi, lavorando con sapienza sui silenzi e i tagli d’inquadratura (come quelli dal basso, o gli scorci laterali), ne escono fuori sequenze magiche, sospese. Il suo raffinato cromatismo impressionista esprime un mondo onirico sempre mutevole, sempre instabile, dove l’incanto è inseparabile dall’inquietante, l’infanzia dall’orrore adulto. E la melassa buonista è pura ipocrisia che allontana da ogni verità.

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Questo articolo è uscito sul numero 1641 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati