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Strano manga, anche perché interamente a colori, una rarità, e perché stampato su carta patinata. Ma soprattutto perché racconta di un frammento di vita estremamente dilatato che intende così assurgere ad assoluto. Certo, non raggiunge la vetta metafisica e poetica di Saint-Exupéry. L’ultimo volo, capolavoro di Hugo Pratt dove si raccontano gli ultimi tre minuti di vita, che sembrano infiniti, del creatore del Piccolo principe mentre il suo aereo sta precipitando. Nondimeno incanta il racconto infinito, grazie anche a una narrazione fluida, di questo incontro fugace e casuale tra una bellissima ragazza non vedente e un bellissimo poliziotto, su ponti e scalinate di una città invernale – che potrebbe essere la San Pietroburgo delle Notti bianche di Dostoevskij, come anche Venezia – ambientato in un periodo storico forse ottocentesco ma che l’autrice giustamente lascia indeterminato, sospeso. Tutto infatti è sospeso, come in un sogno: i due scambiano chiacchierate mondane, si prendono anche delicatamente in giro, battibeccano con grazia oggi sconosciuta, comprese alcune allusioni potenzialmente piccanti. Ma tra la fanciulla esponente del sesso “debole” che non vede nulla e il ragazzo esponente del sesso “forte” che in quanto poliziotto dovrebbe vedere tutto, è lei a primeggiare, a cogliere le cose e a farlo innamorare. Intervallato da tanti schizzi, il segno seduce come una sfilata di moda ma con un’anima dentro.

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Questo articolo è uscito sul numero 1616 di Internazionale, a pagina 82. Compra questo numero | Abbonati