I libri italiani letti da un corrispondente straniero. Questa settimana la freelance norvegese Eva-Kristin Urestad Pedersen.

Wow! Pornorama non è come gli altri romanzi. A definirlo un giallo mi sembra quasi di fargli un torto, anche se è un giallo a tutti gli effetti. C’è pure l’ispettrice, una classicissima antieroina, una fuoriclasse poco simpatica con grossi problemi di dipendenza. Rimane comunque un problema classificare questo ultimo romanzo di Claudia Grande. Potrei dire che Pornorama è un mix tra Agatha Christie ed Emiliano Ereddia, ma ho paura che in pochi possano capire a cosa mi riferisco, quindi mi limito a una descrizione meno ambiziosa. C’è un mistero, anzi, non c’è un mistero, ci sono solo varie ragazze morte nello stesso modo. Poi ci sono politici e soldi, molti soldi, e ci sono dei detective, al plurale. Gli investigatori sono molto diversi tra di loro, ma meno male, perché sono tante le tracce da seguire. Così tante che si fa molta fatica a seguirle tutte. Non so come abbia fatto Grande a mettere insieme tutti questi fili rossi nello stesso romanzo! Indubbiamente è stata brava. Ma poi c’è il gran finale, un grande boom, impossibile da immaginare durante la lettura. Del resto, forse, questo è uno dei motivi per cui ci piacciono i gialli. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1635 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati