I libri italiani letti da un corrispondente straniero. Questa settimana la freelance norvegese Eva-Kristin Urestad Pedersen.

Basta un filo di vento è una lettura piacevole. Scorre senza grossi ostacoli. Verrebbe da dire leggero come il vento tra le colline alla Conventina, la vasta azienda agricola al cuore del racconto. È proprio la Conventina la protagonista del romanzo, non Gregorio Bajocchi, il proprietario, non Massino, l’amico, e nemmeno Cora, la seconda moglie che era sparita da ragazza per poi tornare inaspettatamente tra le colline di casa. Franco Faggiani descrive la vita in campagna, le coltivazioni, la gente e ciò che tiene unito tutto questo evidenziando la forza nei sentimenti che lega l’uomo alla sua terra. Insomma è una bella lettura. A un certo punto però mi sono chiesta se non lo sia un po’ troppo. Mi sarebbe piaciuto per esempio conoscere meglio i protagonisti, che in questo racconto servono quasi più come statistiche che come persone. Anche la proposta di vendita, che dovrebbe segnare una svolta decisiva, è introdotta al lettore quasi di soppiatto. Anzi all’inizio è difficile capire quanto sia davvero importante. Immagino però che si tratti di una scelta pensata e voluta proprio per non togliere il ruolo di protagonista alla natura e per trasmettere alla lettura un profumo deciso di terra, erba, vino… e amore per tutto questo. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1584 di Internazionale, a pagina 90. Compra questo numero | Abbonati