Teatro dell’opera
Il gruppo di turisti davanti alla Bayerische Staatsoper (il teatro dell’opera di Monaco di Baviera) ha un colorito giallo-verde, così come la bambina che attraversa la Marstallplatz in bici. Alle loro spalle la cupola della Bayerische Staatskanzlei (la cancelleria bavarese) sfuma nel rosa. Nuvole colorate di viola passano sopra agli alberi e agli edifici. La facciata del teatro dell’opera, la Bühnenfenster (finestra di scena), è stata ideata dall’artista danese-islandese Ólafur Elíasson. Ha enormi pannelli a specchio che cambiano colore in base al tempo e alla posizione in cui ci si trova quando si passa lì davanti.

La piazza è una sorta di palcoscenico dinamico, che crea una connessione tra individuo e ambiente, tra illusione e realtà. In città ci sono altre opere di Elíasson, in cui l’edificio gioca con la luce e il movimento. Dal soffitto dell’ingresso del museo d’arte Lenbachhaus pende una sua scultura con 450 pannelli riflettenti in vetro e metallo. Sulla Ganghoferstraße due scale a spirale si avvitano senza fine una sull’altra. Per passeggiare tra le opere di Elíasson si può andare su Simply Munich, il sito turistico della città.

Museo Brandhorst
La facciata del museo Brandhorst sembra un dipinto astratto pieno di colori. La parete esterna è stata realizzata con 36mila sbarre smaltate in colori diversi. Per gli interni lo studio di architettura Sauerbruch Hutton ha scelto un tono di colore neutro. Tramite un’imponente scalinata in rovere danese, con corrimano in pelle, si arriva a delle gallerie con soffitti alti che ospitano una ricca collezione d’arte moderna. La cosa più bella è forse l’uso della luce naturale.

Il progetto è così ingegnoso che anche il piano interrato ha un’illuminazione naturale e omogenea. All’ultimo piano due strati di stoffa filtrano la luce che entra dal tetto in vetro, talmente morbida che viene voglia di accarezzarla. Una luce che mette in risalto le opere di artisti contemporanei come Cy Twombly.

La stazione della metropolitana Candidplatz. Monaco di Baviera, 12-13 febbraio 2025 (Esther te Lindert)

Metropolitana
Dal soffitto della stazione della metropolitana Westfriedhof pendono undici lampade a cupola in alluminio con un diametro di quattro metri. L’interno è laccato di giallo, rosso e blu. La luce al neon proietta ombre circolari sulla banchina, sui binari e sulle pareti blu cobalto della stazione.

Grazie al designer industriale Ingo Maurer, tedesco, a cui si deve anche l’illuminazione delle stazioni della metropolitana Münchner Freiheit e Sendlinger Tor, sembra di essere in un’elegante caverna industriale. La Münchner Verkehrsgesellschaft, l’azienda dei trasporti, organizza spesso concorsi di progettazione per nuove stazioni. Quindi sono tutte diverse: a Candidplatz la metropolitana attraversa un arcobaleno, a Marienplatz i viaggiatori percorrono gallerie color arancione sgargiante e a Moosach le pareti sono decorate da giganteschi fiori.

Chiesa del sacro cuore di Gesù
In una piazza del distretto Neuhausen-Nymphenburg c’è un cubo di vetro. Sulla facciata blu, alta sedici metri, delle figure cuneiformi rappresentano la Passione secondo Giovanni. Uno spazio dove tutti sono i benvenuti.

È la Herz-Jesu-Kirche (chiesa del sacro cuore di Gesù), progettata dallo studio di architettura Allmann Sattler Wappner, con una facciata che si può aprire come se spalancasse due enormi braccia. La pavimentazione in pietra calcarea della piazza prosegue all’interno passando sotto i battenti, senza una soglia. Unisce l’esterno e l’interno. Il sacro e il profano.

L’incidenza della luce all’interno è modulata da doghe in acero: scura sotto all’organo color argento con i tasti in osso di mammut, chiara all’altare. Se ci si ferma sulle panche si può vedere, in base alla posizione del sole e alle condizioni atmosferiche, una croce dorata.

Teatro popolare
Sul terreno di un ex mattatoio c’è un Volkstheater (teatro popolare). Alti muri di mattoni rossi, porte nere, finestre tonde. Il retro somiglia a una banchina industriale per il carico e lo scarico di merci. L’edificio si amalgama perfettamente con il quartiere di Schlachthofviertel. Ma dietro a quella facciata introversa si nasconde un mondo ricco di colori e forme. Nel foyer ha pareti giallo vivo, mentre una parete a specchio allunga il corridoio e raddoppia le lampade. L’atmosfera industriale del quartiere si sente anche qui: di fronte al guardaroba c’è un bancone di cemento grigio. Il lettering essenziale – una strizzata d’occhio a Le Corbusier – porta i visitatori al piano superiore tramite una scala ovale con pareti verde acqua. Cupole da cui arriva la luce sono incastonate su un soffitto blu notte. ◆ vf

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Questo articolo è uscito sul numero 1611 di Internazionale, a pagina 70. Compra questo numero | Abbonati