Dopo una lunga e inutile crisi politica che dura da quasi due mesi, l’Italia si stava avvicinando all’abisso istituzionale. Il 2 febbraio i partiti che formavano la maggioranza di governo hanno constatato l’impossibilità di creare un nuovo esecutivo, tanto più uno guidato da Giuseppe Conte.

Il leader di Italia viva Matteo Renzi non ha lasciato aperto nessuno spiraglio per un accordo, così il presidente della repubblica Sergio Mattarella ha annunciato al paese che esistono solo due strade: un governo istituzionale appoggiato da tutte le forze politiche o elezioni anticipate. La persona scelta per provare a formare un governo istituzionale è l’ex presidente della Banca centrale europea Mario Draghi, una delle figure con maggior prestigio in Italia. Mattarella, a cui resta un anno di mandato e che si appresta a varare il suo quinto esecutivo, ha decretato di fatto la morte di un governo politico. E forse anche di un intero sistema.

I quattro partiti dell’ultima coalizione, Movimento 5 stelle, Partito democratico, Liberi e uguali e Italia viva, non sono riusciti a trovare un’intesa. Con il passare delle ore Renzi ha alzato sempre di più la posta in gioco e ha fatto saltare il banco a pochi minuti dalla scadenza. La sua strategia era ampiamente prevista da tutte le formazioni coinvolte e dal Quirinale, che da giorni parlava con Draghi per sondare la possibilità di affidargli un governo di emergenza.

Situazione critica

Nessuno pensava che il banchiere, architetto di una strategia economica che ha arginato l’ultima grande crisi europea, potesse accettare. Ma la situazione è critica. “Avverto, pertanto, il dovere di rivolgere un appello a tutte le forze politiche presenti in parlamento perché conferiscano la fiducia a un governo di alto profilo”, ha dichiarato Mattarella. Il presidente della repubblica ha elencato i motivi per cui sarebbe folle convocare subito nuove elezioni. “Ho il dovere di sottolineare come il lungo periodo di campagna elettorale e la conseguente riduzione dell’attività di governo coinciderebbe con un momento cruciale per le sorti dell’Italia. Questo richiede un governo nella pienezza delle sue funzioni per adottare i provvedimenti via via necessari e non un governo con attività ridotta al minimo, come è inevitabile in campagna elettorale”, ha sottolineato il capo dello stato. Un eventuale governo Draghi sarebbe il terzo governo tecnico in Italia negli ultimi trent’anni.

Mattarella ha ricordato che ad aprile bisognerà presentare alla Commissione europea il piano su come spendere i 209 miliardi di euro assegnati all’Italia dall’Unione europea. “È fortemente auspicabile che questo avvenga prima di quella data di scadenza, perché quegli indispensabili finanziamenti vengano impegnati presto. E prima si presenta il piano, più tempo si ha per il confronto con la commissione. Un governo ad attività ridotta non sarebbe in grado di farlo. E non possiamo permetterci di mancare questa occasione fondamentale per il nostro futuro”.

Mario Draghi, 73 anni, è una delle poche figure che suscitano un ampio consenso tra i partiti politici. Renzi ha fatto il suo nome ogni volta che gli è stata fatta notare l’irresponsabilità di aver aperto una crisi di governo in un momento così delicato. Se il nuovo esecutivo otterrà la fiducia, Renzi se ne attribuirà la paternità e potrà rivendicare l’opportunità morale e politica di una crisi che minacciava di mettere fine alla sua carriera politica.

In piena campagna vaccinale e in attesa di mettere a punto il piano definitivo per i fondi europei, gli impegni per il prossimo governo non mancano. Inoltre a luglio comincerà il cosiddetto “semestre bianco”, i sei mesi in cui non è possibile sciogliere le camere per la vicinanza con l’elezione del nuovo presidente della repubblica.

La scelta di Draghi porterà enorme sollievo nel settore imprenditoriale e finanziario del paese, e probabilmente unirà una parte importante dell’arco parlamentare. Ma provocherà spaccature all’interno di alcuni partiti politici, come il Movimento 5 stelle, che sta vivendo una lunga agonia. Il suo esperimento populista e i risultati degli ultimi anni saranno sottoposti al rigore di un governo tecnico. ◆ as

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1395 di Internazionale, a pagina 34. Compra questo numero | Abbonati