Come sono cambiate le cose dai tempi delle missioni Apollo. Due missioni spaziali, una araba e una cinese, hanno appena raggiunto Marte. La sonda Al Amal (Speranza) degli Emirati Arabi Uniti è entrata nell’orbita del pianeta rosso il 9 febbraio e il giorno dopo è toccato alla missione cinese Tianwen-1 (composta di orbiter e lander, con atterraggio previsto a maggio).

È un evento importante per entrambi i paesi. Al Amal è la prima missione interplanetaria araba; e la Cina potrebbe diventare il primo paese a raggiungere Marte e atterrare al primo tentativo. Ma non ci sono certezze, perché quasi metà delle missioni marziane è fallita (Pechino perse l’orbiter Yinghuo-1 nel 2011). In caso di successo l’orbiter Tianwen, che significa “domande al cielo”, e il rover analizzeranno il clima di Marte e la sua ionosfera, cioè lo strato di particelle cariche di elettricità che lo circonda, aiutandoci forse a capire perché il pianeta sta perdendo la sua atmosfera. L’esplorazione e la mappatura della superficie e della struttura interna forniranno inoltre informazioni di carattere morfologico e geologico utili alle future missioni con equipaggio.

Sei ruote motrici

Tianwen, che è dotato di telecamere, di un magnetometro (per misurare i campi magnetici) e di vari analizzatori di particelle, farà anche da ripetitore per comunicare con il rover. Quest’ultimo è grande come un’utilitaria e poco più piccolo del rover Perseverance della Nasa, il cui atterraggio su Marte è previsto il 18 febbraio. I due rover si somigliano: sei ruote motrici, grandi pannelli solari e un braccio con telecamere in grado d’identificare la composizione della superficie dai due ai cinque metri di distanza.

La missione cinese è arricchita dalla presenza di un georadar, con cui nei suoi novanta giorni marziani di vita (un giorno dura 38 minuti più dei nostri) il rover esplorerà il sottosuolo e cercherà depositi d’acqua. Nel 2018, proprio grazie a un geo­radar, lo European Mars express orbiter aveva individuato dei laghi salati sotterranei, senza però fare misurazioni dalla superficie.

Il rover cinese esplorerà una regione diversa, ma potrebbe trovare condizioni simili nel sito di atterraggio, che un tempo era coperto da distese di fango. I depositi d’acqua sono molto importanti, perché costituiscono una potenziale risorsa per le future missioni con equipaggio. Inoltre, potrebbero ospitare forme di vita. La Cina ha già sperimentato con successo la tecnologia georadar sulla Luna, con il rover Yutu-2, individuando tre strati di ghiaccio fino a quaranta metri sotto la superficie.

L’Agenzia spaziale cinese ha spiegato che il rover atterrerà nella regione di Utopia Planitia, il più grande cratere meteoritico conosciuto nel sistema solare. L’orbiter avrà tre mesi di tempo per individuare il punto più adatto. Al primo rover cinese su Marte non saranno risparmiati i cosiddetti sette minuti di terrore, cioè la discesa nell’atmosfera marziana senza comunicare con l’orbiter o con la Terra. Il successo dell’operazione dipenderà dalla decelerazione (resa possibile da uno scudo termico conico che garantisce resistenza aerodinamica), dall’apertura del paracadute e dall’accensione dei retrorazzi.

Al Amal, invece, ha raggiunto Marte in occasione del cinquantenario degli Emirati Arabi Uniti. Partita dal Giappone nel luglio del 2020, la sonda ha sfruttato la stessa “finestra di lancio” (il momento migliore per raggiungere Marte dalla Terra) delle missioni cinese e statunitense. Resterà in orbita per un anno marziano, che corrisponde a quasi due anni terrestri. Da un’altitudine compresa tra 22mila e 44mila chilometri studierà l’atmosfera e il clima di Marte, nonché la variabilità dell’idrogeno e dell’ossigeno. Anche la missione araba potrebbe aiutarci a capire perché l’atmosfera di Marte si sta riducendo.

Insomma, per gli appassionati dell’esplorazione di Marte è un periodo intenso, che è stato inaugurato da due paesi relativamente nuovi nel settore, ognuno con una prospettiva particolare. ◆ sdf

Daniel Brown insegna astronomia alla Nottingham Trent university, nel Regno Unito.

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Questo articolo è uscito sul numero 1397 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati