Un mese fa sono andata a sentire gli Have a Nice Life all’Astra Kulturhaus di Berlino: band magnifica, acustica così così. Ma non sono mai stata ossessionata dalla purezza del suono. E credo che se questa richiesta fosse rilevante, un festival come il Primavera sound sarebbe naufragato. Anzi, sorrido quando qualcuno mi fa notare che l’amplificazione è una schifezza, che il riverbero è insopportabile: a volte è difficile distinguere tra chi è competente e chi recita la parte di chi ne sa abbastanza. Oppure, semplicemente, io sono una spettatrice ignorante che sta lì essenzialmente per ballare. L’ultima edizione dello Spring Attitude a Roma si è tenuta alla Nuvola dell’Eur, palazzo mai utilizzato per il potenziale che offre. Questa due giorni di concerti è stata una felice eccezione: l’acustica non sarà piaciuta a tutti, eppure assistendo ai concerti in scaletta in un tipo di struttura così rara per il clubbing se non altro romano, fatta di prospettive consolatorie su come immaginiamo il futuro, “sembra Berlino via L’eclisse di Antonioni”, bisogna arrendersi al potere di una venue e riconoscere l’intuito dell’organizzazione. Menzione di dovere per Apparat, che non riesco più a sentire senza pensare alla magnifica pazzia di quella collaborazione su Contaminata di Gianna Nannini. E, dopo averla vista finalmente dal vivo, posso dire che Veronica Lucchesi della Rappresentante di Lista è una delle performer più espressive che abbiamo, una contaminazione tra un Battiato leggero e una Rettore pesante. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1632 di Internazionale, a pagina 92. Compra questo numero | Abbonati