La sesta opera di narrativa di David Szalay – scrittore nato a Montréal da padre ungherese e madre canadese, e cresciuto a Londra – ripercorre la vita di un uomo, István, dalla giovinezza alla mezza età. La giuria “non aveva mai letto nulla di simile”, ha affermato il presidente Roddy Doyle, vincitore del premio nel 1993. “È, per molti versi, un libro cupo, ma leggerlo è una gioia”. Scritto in una prosa essenziale, il romanzo esplora mascolinità, classe sociale, migrazione, traumi, sesso e potere. La decisione di assegnare il premio di 50mila sterline a Szalay è stata “unanime”, ha detto Doyle. Insieme a lui nella giuria di quest’anno c’erano l’attrice Sarah Jessica Parker, insieme a Chris Power e alle scrittrici Ayọ̀bámi Adébáyọ̀ e Kiley Reid. Il romanzo di Szalay ha primeggiato su una rosa di candidati di tutto rispetto, che includeva il favorito dei bookmaker Andrew Miller, con La terra d’inverno (Nne), e Kiran Desai, candidata per The loneliness of Sonia and Sunny, il suo primo romanzo dopo aver vinto il Booker con Eredi della sconfitta nel 2006.
The Guardian

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Questo articolo è uscito sul numero 1640 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati