Il prezzo della nostalgia
◆ Sono rimasto un po’ perplesso dall’articolo di Foreign Affairs (Internazionale 1638). Il punto di vista storico e politico di chi scrive è comprensibile, ma la visione della nostalgia proposta tradisce un velato pregiudizio sulle persone e le società che non si orientano ciecamente verso le metropoli, il progresso tecnologico e la globalizzazione. Da meridionale che ha vissuto in diverse metropoli per molti anni e ha scelto di tornare al sud, ho scoperto nelle comunità agricole locali – spesso diffidenti nei confronti di un progresso imposto – un senso di giustizia e di lucidità sociale e ambientale più vicino a quello delle comunità indigene dell’Amazzonia che non alle destre nostalgiche. Auguro a tutte e tutti di vivere, almeno per un periodo, coscientemente lontani dai centri apparenti del mondo.
D.
◆ Ho trovato l’articolo molto bello, documentato e puntuale. Tuttavia, oggi vedo fenomeni concorrenti e divergenti rispetto a quelli descritti. Lo svuotamento delle aree interne è un problema per un paese non “metropolitano” come l’Italia. E poi esiste oggi una nostalgia differente da quella descritta: una nostalgia culturale, politica, che riguarda anche il mondo progressista. Si pensi, per esempio, alla figura di Berlinguer oggi.
Fausto
Cosa significa per gli Stati Uniti la vittoria di Mamdani
◆ Ho letto l’articolo sulla vittoria di Mamdani a New York (internazionale.it). Vista l’influenza che hanno gli Stati Uniti da noi, spero vivamente che la scossa arrivi anche ai nostri democratici.
Mirko
Parliamo di sorveglianza
◆ Esprimo grande riconoscenza alla scrittrice e filosofa Lea Ypi per avere ricordato il significato profondo della parola dignità (Internazionale 1638). La dignità la dimenticano i servi quando non si ribellano ma più ancora i padroni che li schiacciano e senza di essa l’umanità perde il lume della ragione.
Giovanni Di Leo
Saranno le bici a cambiare le città
◆ Vivo in Valbelluna e il 2 novembre ho festeggiato l’anniversario di otto anni e ottomila chilometri fatti di sola bicicletta, in una zona che non agevola di certo chi sceglie la bici per muoversi. Ho sempre pensato che la bicicletta potesse rivoluzionare la mobilità nelle città (internazionale.it) per una vita più sana per tutti.
Giorgio
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Questo articolo è uscito sul numero 1639 di Internazionale, a pagina 16. Compra questo numero | Abbonati