◆ I monti Mazartag si estendono per 145 chilometri nel bacino del Tarim, nell’estremo ovest della Cina. Le alture formano una muraglia alta circa duecento metri e limitano l’avanzata delle sabbie del deserto del Taklamakan, che si accumulano sul versante settentrionale creando dune trasversali. Le formazioni di colore rosso scuro sul lato nord sono composte da rocce sedimentarie ricche di ferro, mentre quelle più chiare sul lato meridionale alternano strati di gesso e roccia calcarea. Per questo motivo la catena in cinese si chiama Hongbaishan, che significa “monti rossi e bianchi”.
Questa immagine mostra il punto in cui la catena incontra il fiume Hotan, alimentato dallo scioglimento dei ghiacci sui monti Kunlun, a sud del bacino. Lo Hotan scorre per quasi trecento chilometri attraverso il deserto prima di sfociare nel fiume Tarim. Nel suo letto pioppi, tamerici ed erbe stagionali riescono a sopravvivere nonostante i periodi di siccità e la salinità del suolo.
Tra i sedimenti trasportati dal fiume ci sono grandi quantità di nefrite, un minerale prezioso simile alla giada, che ha contribuito a rendere l’area uno snodo importante della via della seta. Su un’altura che domina il fiume si trova un forte costruito nell’ottavo secolo, in cui sono state rinvenute centinaia di documenti che hanno permesso di ricostruire la storia della regione ai tempi dell’impero tibetano.–Nasa
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Questo articolo è uscito sul numero 1639 di Internazionale, a pagina 105. Compra questo numero | Abbonati