◆ Gli impegni per la riduzione delle emissioni di gas serra annunciati dagli stati di tutto il mondo non sono sufficienti a evitare un aumento catastrofico delle temperature, ha avvertito il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente a pochi giorni dall’apertura della conferenza sul clima (Cop30) di Belém, in Brasile. Secondo l’ultima edizione dell’Emission gap report, che valuta la distanza tra il livello effettivo delle emissioni e quello che sarebbe necessario per rispettare gli obiettivi degli accordi di Parigi, con le politiche attuali entro la fine del secolo le temperature medie globali saranno superiori di 2,8 gradi rispetto al periodo preindustriale. Se tutti i piani d’azione presentati dagli stati saranno messi in atto, il riscaldamento sarà invece compreso tra 2,3 e 2,5 gradi, ben al di sopra del tetto massimo di due gradi stabilito a Parigi nel 2015, oltre il quale il cambiamento climatico avrebbe effetti disastrosi per gli esseri umani e gli ecosistemi. Entro la fine di settembre tutti i paesi che parteciperanno alla conferenza di Belém avrebbero dovuto presentare dei nuovi piani per l’abbattimento delle emissioni al 2035, ma solo un terzo ha rispettato la scadenza. Il 5 novembre, dopo lunghe trattative, gli stati dell’Unione europea hanno raggiunto un compromesso che prevede di ridurre le emissioni di una quota compresa tra il 66,25 e il 72,5 per cento rispetto ai livelli del 1990 entro il 2035 e del 90 per cento entro il 2040, con una clausola che permette di coprirne una parte acquistando crediti da paesi terzi.
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Questo articolo è uscito sul numero 1639 di Internazionale, a pagina 102. Compra questo numero | Abbonati