L’uomo spezzato e solitario al centro di Anemone non è fisicamente imponente, ma svetta su questo film modesto. Questo succede soprattutto perché a interpretarlo è Daniel Day-Lewis che otto anni dopo aver annunciato l’addio al cinema è tornato a recitare in un “affare di famiglia”, scritto insieme al figlio Ronan, che ne è anche il regista. Si tratta di un dramma visivamente ricco ma imperfetto che parla di padri, violenza, dolore e amore. Daniel interpreta Ray, un ex militare britannico che anni prima è fuggito da tutto, compresa la moglie incinta. Le ragioni della sua “fuga” emergono pian piano in mezzo a una serie di massacri emotivi in un film che alterna realismo a momenti surreali. Il problema è che la forza dell’interpretazione del protagonista alla fine mette a nudo la banalità della sceneggiatura.
Manohla Dargis, The New York Times

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Questo articolo è uscito sul numero 1639 di Internazionale, a pagina 80. Compra questo numero | Abbonati