Tommy Wieringa (Leonardo Cendamo, Getty)

Il fuoco ci permette cose straordinarie. Vacanze in aereo, riscaldamento a pavimento, carne alla griglia… provate a pensare a qualcosa che non sia stato prodotto da una macchina alimentata dal fuoco. Ma il nostro desiderio insaziabile di combustione porta anche degli incubi: il riscaldamento globale e tutte le disgrazie che ne derivano. Da una contraddizione simile può nascere grande letteratura. Tommy Wieringa, sei anni dopo il suo ultimo romanzo (Santa Rita, Iperborea 2019), raccoglie la torcia con Nirvana, un romanzo sul fuoco del mondo, forse il tema più importante del nostro tempo. Quasi cinquecento pagine di riflessioni sui pericoli del nostro desiderio sfrenato di fuoco, sul capitalismo che è all’origine dello sfruttamento del pianeta, sulla macchina della combustione che deve continuare a funzionare a ogni costo, ma anche su nazionalismo, libertarismo, infantilizzazione della società, e sull’impulso creativo, sull’arte e il marxismo. La visione di Wieringa è racchiusa nella storia dell’artista Hugo Adema, pittore discendente da una ricca famiglia. La loro ricchezza deriva da piattaforme petrolifere inventate dal nonno Willem che partecipò, da fanatico membro delle Ss, all’operazione Barbarossa e si trasformò, dopo la guerra, in un uomo d’affari altrettanto fanatico. Wieringa non rifugge dai grandi gesti: frasi roboanti, motti latini e riferimenti culturali oscuri. È un libro, insomma, di cui i lettori sussurrano con reverenza definendolo un romanzo totale, che intimidisce anche un po’. La scena di apertura, in cui un giovane Hugo vive un momento significativo con il nonno a bordo piscina, promette di tutto: segreti, un passato oscuro, traumi infantili, rapporti familiari problematici. Il titolo del romanzo, Nirvana, nella sua accezione buddista significa estinzione e questa è esattamente la sorte del racconto: come se Wieringa alla fine l’avesse voluto. Le promesse iniziali del romanzo non vengono mai mantenute, tuttavia, la denuncia che ne emerge è potente. Il fuoco ha forgiato la storia umana e per molto tempo ci siamo illusi di poterlo dominare. Oggi ne siamo completamente dipendenti. Perfino la nostra letteratura, come mostra ironicamente questo romanzo, non può farne a meno. Bo van Houwelingen, de Volkskrant

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Questo articolo è uscito sul numero 1636 di Internazionale, a pagina 82. Compra questo numero | Abbonati