Il 23 settembre il ministero dell’economia di Taiwan ha dichiarato che avrebbe limitato le esportazioni di semiconduttori verso il Sudafrica. L’annuncio è arrivato dopo un anno di tensioni diplomatiche sul trasferimento dalla capitale Pretoria a Johannesburg dell’ufficio che di fatto è l’ambasciata di Taipei nel paese, scrive The Diplomat. La richiesta sudafricana è stata vista come una mossa per declassare le relazioni con Taiwan, cedendo alle pressioni di Pechino. Due giorni dopo il Sudafrica ha chiesto di negoziare e Taipei ha tolto le restrizioni all’export di chip. È la prima volta che Taipei usa unilateralmente la sua posizione unica nella filiera di approvvigionamento globale dei semiconduttori per esercitare pressioni economiche allo scopo di tutelare i suoi interessi diplomatici, continua il sito. “Finora Taiwan in diplomazia aveva usato la sua reputazione di ‘bravo cittadino globale’, all’avanguardia nella difesa dei diritti umani e civili e dei valori democratici. Ma la sua posizione economica apre la via per nuove misure coercitive”.
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it
Questo articolo è uscito sul numero 1635 di Internazionale, a pagina 32. Compra questo numero | Abbonati