La vittoria del Partito di azione e solidarietà (Pas, filoeuropeo) della presidente Maia Sandu alle elezioni legislative in Moldova avrà un impatto sul futuro del paese e sul dibattito politico europeo. Il Pas ha prevalso sul Blocco elettorale patriottico guidato dall’ex presidente Igon Dodor, sostenitore di un riavvicinamento alla Russia. Stretto tra la Romania e l’Ucraina, questo piccolo stato di 2,4 milioni di abitanti è conteso tra l’Unione europea e la Russia.
Il risultato del voto dovrebbe permettere al partito di Sandu di formare una coalizione che rafforzerà l’aspirazione della Moldova a entrare nell’Unione europea entro il 2030. La stessa promessa aveva favorito la rielezione di Sandu l’anno scorso. La presidente ha sottolineato l’importanza del voto e ha accusato Mosca di aver organizzato una vasta campagna di propaganda per screditarla. La Moldova, profondamente colpita dalla guerra in Ucraina, oggi ospita 165mila profughi. A causa del conflitto ci sono stati un’impennata nei prezzi dell’energia, un crollo delle esportazioni agricole e un incremento del tasso di povertà. Questa tendenza ha rallentato le riforme politiche ed economiche necessarie all’adesione all’Ue. Il Pas ha ricevuto molti voti dai moldavi della diaspora, più di un milione. Ora Sandu può sperare di accelerare il suo programma attingendo agli aiuti europei per lo sviluppo infrastrutturale e l’accesso ai mercati.
L’appoggio dell’Unione dovrebbe essere favorito dal risultato delle elezioni, particolarmente importante ora che l’Europa deve stabilire come gestire la propria sicurezza davanti all’atteggiamento sempre più aggressivo della Russia, soprattutto negli stati di confine. Il valore simbolico delle elezioni moldave darà nuovo slancio alle argomentazioni per un rapido allargamento dell’Unione. ◆ as
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Questo articolo è uscito sul numero 1634 di Internazionale, a pagina 19. Compra questo numero | Abbonati