Quando la Terra finisce sull’orlo di un conflitto nucleare, un gruppo di miliardari si rifugia in un bunker. In quest’arca di Noè umana le cose dovranno funzionare nonostante tensioni, risentimenti e desideri. La premessa del Rifugio atomico è talmente generica che potrebbe valere per almeno tre o quattro serie disponibili. I creatori di La casa di carta si potevano accontentare di mescolare soap e mistero in un’ambientazione postapocalittica e navigare tranquillamente fino in porto. Ma un colpo di scena alla fine della prima puntata devia tutto su binari più avvincenti, se non proprio originali. Les Inrockuptibles
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Questo articolo è uscito sul numero 1634 di Internazionale, a pagina 90. Compra questo numero | Abbonati