In Italia si sciopera per Gaza
◆ Sono indignata per come, dopo lo sciopero del 22 settembre per la Palestina (internazionale.it), la maggior parte dei giornali italiani si sia concentrato sugli scontri e i disordini. Sarebbe stato onesto, coerente e gratificante per le migliaia di persone che hanno partecipato alle manifestazioni in modo pacifico, vedere in prima pagina le foto dei tanti ragazzi che sventolavano le bandiere della pace, di ragazze e ragazzi che marciavano tenendosi per mano, di genitori che tenevano sulle spalle i figli, dei professori accanto agli studenti. Gli scontri sono stati presi a pretesto dal governo per minimizzare la volontà di tante persone che non ne possono più di vedere violati i diritti umani.
Marina R.
Il seme dell’odio
◆ Non apprezzo personaggi come Charlie Kirk, che hanno contribuito al diffondersi di quella cultura che ne ha almeno in parte causato la morte (Internazionale 1632). La questione più importante è che nessuno deve morire per le sue idee. Non dev’essere ricordato come un martire o un eroe che non era, ma come una persona ingiustamente uccisa per aver espresso il suo pensiero, che sembra gli si sia ritorto contro. Le destre non devono osannare. Le sinistre non devono iniziare coi se e i ma.
Alberto Francia
Israele maschera il genocidio da opportunità
◆ Ho letto l’articolo sul piano della “Riviera Gaza” (internazionale.it). L’occidente ha costruito la propria identità su quattro colonne: diritto civile, leggi internazionali, tolleranza, democrazia. Oggi tutte mostrano crepe insanabili. Il diritto civile non tutela più, ma viene piegato a uso e consumo di chi può. Le leggi internazionali valgono solo finché non ostacolano gli interessi di chi le scrive. La tolleranza si è trasformata in slogan. E la democrazia non riesce più a rappresentare né a proteggere. Ciò che per secoli ha fatto da bussola morale all’occidente è oggi un guscio vuoto. La sconfitta non è solo giuridica o politica: è simbolica. È la caduta di quell’idea di civiltà che pretendeva di essere universale.
Federico
Errata corrige
◆ Su Internazionale 1632, a pagina 42, la dittatura in Brasile cominciò nel 1964, non nel 1984; nel fumetto a pagina 78, furono gli Alleati e non i tedeschi a bombardare Vienna tra il 1944 e il 1945. Su Internazionale 1631, nella cartina a pagina 68, la Croazia confina a nordest con l’Ungheria, non con la Romania.
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Questo articolo è uscito sul numero 1633 di Internazionale, a pagina 14. Compra questo numero | Abbonati