Copenaghen è sempre stata un rifugio inaspettato per gli artisti hip-hop indipendenti. Negli ultimi anni l’etichetta Copenhagen Crates ha promosso i dischi di molti artisti rap, crescendo costantemente in termini di popolarità in tutto il mondo. All’interno di questa scena il produttore danese Machacha si è distinto sia per il suo stile sia per le collaborazioni con artisti statunitensi come Estee Nack, Mickey Diamond, Ankhlejohn e altri. In album come The lead lined wall ha dimostrato la sua bravura con beat che evocano atmosfere cinematografiche alla Hitchcock. Machacha ha imparato a suonare da giovane, ispirato dal padre, che era un maestro di musica. In seguito ha scoperto i Doors. È anche un fan dei Nirvana, e lo si percepisce dal modo in cui alcune sfumature oscure emergono nelle sue melodie. “Ho scoperto il rap alla fine degli anni ottanta. Dal 1991 in poi, ne sono stato completamente rapito. Il mio primo mixtape, regalato da un amico, conteneva musica di Epmd, Geto Boys e Gang Starr. L’album dei Geto Boys mi ha aperto un mondo nuovo: ero un ragazzo danese a Copenaghen, ma sentivo mia quella musica. Negli anni novanta c’erano molti eventi rap in Danimarca. Il mio primo concerto rap è stato quello dei Gang Starr nel 1992”. Ma com’è riuscita la capitale danese a entrare nei grandi circuiti internazionali? “Semplice, grazie alla Copenhagen Crates”, spiega Machacha.
Indigo Phoenyx,
Bandcamp daily
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it
Questo articolo è uscito sul numero 1633 di Internazionale, a pagina 100. Compra questo numero | Abbonati