Gli scontri tra drusi e beduini sunniti nei dintorni di Al Suwayda si sono riaccesi il 20 luglio 2025, a causa della presenza di combattenti che non avevano lasciato la zona come previsto dall’accordo di cessate il fuoco entrato in vigore quel giorno. Le forze di sicurezza hanno chiuso le strade di accesso alla città a maggioranza drusa, per bloccare l’avanzata delle forze tribali, e hanno assicurato che anche gli ultimi combattenti saranno allontanati.
Il giornalista e attivista Qutaiba Azzam ha confermato che dopo la tregua la situazione della sicurezza ad Al Suwayda e nelle campagne a ovest della città resta tranquilla. Nel complesso, sembra che le tensioni si stiano attenuando. Azzam ha anche denunciato la mancanza di elettricità, acqua, carburante e pane.
Violazioni e abusi
Le tensioni sono cominciate il 13 luglio con rapimenti reciproci tra gruppi drusi e beduini sunniti alla periferia di Al Suwayda, degenerati in scontri armati che hanno richiesto l’intervento di Damasco. Mentre il governo raggiungeva un accordo con i leader locali, alcune fazioni druse hanno rifiutato l’intesa e lanciato un contrattacco con il supporto aereo di Israele. Secondo quanto riferito, le operazioni del governo sarebbero state accompagnate da violazioni contro combattenti e civili, seguite da altri abusi commessi dalle fazioni druse che hanno colpito i villaggi beduini.
Ahmad al Sharaa, presidente di transizione della Siria, ha annunciato il ritiro delle forze governative da Al Suwayda, per evitare uno “scontro aperto con Israele”. Il governo locale è stato affidato ai leader drusi. Dopo il ritiro nel sud della Siria si sono verificati altri scontri tra le due fazioni, prima del raggiungimento di un cessate il fuoco tra la Siria e Israele il 19 luglio. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani le violenze hanno provocato più di 1.260 morti. ◆ fdl
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Questo articolo è uscito sul numero 1624 di Internazionale, a pagina 16. Compra questo numero | Abbonati