La strategia del caos

◆ In Medio Oriente continua la spaventosa escalation scatenata da Israele (Internazionale 1619). Ci voleva almeno una guerra per distogliere la tardiva attenzione dei governi occidentali sul genocidio a Gaza e riportare il fine mediatore americano al suo posto. Netanyahu è pronto a liberare il mondo dalla minaccia nucleare iraniana per lasciarlo in mani sicure. Le sue e quelle di Trump. Dovremmo dire grazie? Naturalmente Israele si deve difendere dagli attacchi che continua a scatenare su tutti i fronti. Ma l’Europa ancora non sa da che parte stare.
Claudia Dalmastri

Resistenza

◆ Ho letto con interesse l’editoriale di Giovanni De Mauro in cui viene riportata la riflessione di Teju Cole sul significato della parola resistenza (Internazionale 1619). Condivido profondamente l’importanza di opporsi, con coraggio e lucidità, a un regime autoritario e violento. Tuttavia non mi trovo d’accordo con l’elenco di rifiuti che conclude il testo. Rifiutare tutto, i legami, la leggerezza, perfino il gioco o la risata condivisa, rischia di trasformare la resistenza in una forma di chiusura identitaria, in una contrapposizione che finisce per alimentare la polarizzazione promossa da chi mina la convivenza democratica. Nel momento in cui si rifiuta tutto, anche il contatto umano e la relazione con l’altro, si rischia di riprodurre la logica dell’esclusione tipica dei regimi contro cui si resiste. Credo che sia proprio nella capacità di riconoscere l’altro, anche chi pensa diversamente da noi, che si apre uno spazio di possibile ricostruzione. Ricostruire ponti è spesso più coraggioso (e faticoso) che tagliarli.
Dario Alimonti

◆ Da oggi faccio mio il manifesto del rifiutare promosso da Teju Cole: un illuminante richiamo etico per contrastare la volgarità e la crudeltà.
Andrea Gallina

Le altre vittime dell’atomica

◆ L’articolo sulle atomiche che colpirono il Giappone (Internazionale.it) mi ha lasciato senza parole. Non ne so molto, se non alcune informazioni scolastiche e quello che arriva dal cinema, quindi nulla sui coreani e sulla loro condizione di vita dell’epoca. L’altro aspetto che mi lascia perplesso riguarda il dolore, incapace di ridurre distanze e conciliare visioni, e la sfida sempre aperta del genere umano: trovare un destino di pace.
Salvatore Alfano

Errata corrige

◆ Su Internazionale 1619, a pagina 87, l’autore della recensione del film Tre amiche è Éric Neuhoff.

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Questo articolo è uscito sul numero 1620 di Internazionale, a pagina 16. Compra questo numero | Abbonati