Il 13 giugno, in occasione di un incontro sulla cooperazione sino-africana a Changsha, in Cina, Pechino ha annunciato di voler stringere un accordo economico con 53 paesi africani per eliminare i dazi sulle importazioni dal continente. L’unico paese escluso, nota il sito di Radio France Internationale, è Eswatini (ex Swaziland), che mantiene rapporti diplomatici con Taiwan, che il governo cinese considera una provincia ribelle e non uno stato indipendente. Il mese prossimo dovrebbero entrare in vigore i dazi punitivi sulle importazioni annunciati dal presidente statunitense Donald Trump, che colpiscono duramente alcuni paesi africani come il Lesotho. La decisione cinese va in controtendenza e mira a rafforzare la posizione di Pechino nel continente, dove la Cina è già la prima partner commerciale, la principale creditrice e investitrice. Come ricorda The Economist, nel 2024 gli scambi commerciali sino-africani hanno raggiunto i 296 miliardi di dollari. “Ma la relazione è asimmetrica”, nota il settimanale. “La Cina importa 117 miliardi di dollari di merci dall’Africa, in gran parte materie prime, mentre esporta 179 miliardi di dollari di prodotti manifatturieri. I leader africani sono frustrati da questo squilibrio e hanno spesso chiesto a Pechino di favorire le loro esportazioni”.
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Questo articolo è uscito sul numero 1619 di Internazionale, a pagina 31. Compra questo numero | Abbonati