◆ Questa foto, scattata da un astronauta a bordo della stazione spaziale internazionale, mostra il lago Ciad, che un tempo era uno dei più grandi laghi naturali del mondo, al confine tra quattro paesi: Camerun, Niger, Nigeria e Ciad.

È alimentato soprattutto dal fiume Chari e da un suo affluente, il Logone, che sfociano entrambi sulla sponda meridionale. Altri fiumi, come il Komadugu Yobe, raggiungono invece la riva occidentale. N’Djamena, la capitale del Ciad, appare come una macchia grigiastra in basso a destra che si confonde con il panorama circostante.

Il lago Ciad si trova a un livello inferiore rispetto alle aree circostanti, e raccoglie le acque di un ampio bacino idrografico. I continui periodi di siccità dovuti al cambiamento climatico e l’aumento della domanda di acqua dolce hanno ridotto la sua superficie a meno di un decimo dell’area che copriva alla metà del secolo scorso. Anche se il lago ha attraversato periodi più secchi e più umidi nel corso dei millenni, dagli anni sessanta la quantità di acqua è diminuita in modo costante.

Negli ultimi sessant’anni l’evoluzione del lago è stata documentata dalle fotografie spaziali, che hanno mostrato l’arretramento delle acque e il progressivo insabbiamento di quello che un tempo era il suo letto. L’orientamento delle dune mostra che i venti da cui sono formate provengono soprattutto da nordest.–Nasa

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Questo articolo è uscito sul numero 1618 di Internazionale, a pagina 113. Compra questo numero | Abbonati