Un uomo (Ebrahim Azizi) insieme alla moglie incinta e alla figlia, sta guidando a tarda notte nella periferia di Teheran quando investe un cane randagio. L’automobile non riparte e lui cerca aiuto in un negozio lì vicino. Là trova Vahid (Vahid Mobasseri) che lo riconosce – o almeno, crede di riconoscerlo – come il suo carceriere. Un incontro che innesca una spirale di eventi. Panahi si è ispirato alle storie di alcuni compagni di cella durante i sette mesi della sua seconda detenzione in carcere. Il film è attraversato da una vena di umorismo macabro e da momenti di ilarità assurda. Ma si tratta di una condanna appassionata e schietta del regime iraniano e degli uomini che ne sono al comando.
Wendy Ide, Screen International
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it
Questo articolo è uscito sul numero 1616 di Internazionale, a pagina 81. Compra questo numero | Abbonati