Con la vittoria di Heart lamp di Banu Mushtaq, tradotto da Deepa Bhasthi, per la prima volta l’International Booker prize va a una raccolta di racconti, in origine scritti in kannada, la lingua ufficiale dello stato del Karnataka, nel sud dell’India. Sono “storie belle, intense e piene di vita”, ha detto il presidente della giuria Max Porter, e raccontano la vita delle donne in comunità profondamente patriarcali. Il premio di cinquantamila sterline sarà diviso tra l’autrice e la traduttrice, mai come quest’anno determinante. Oltre a essere la prima traduttrice indiana a vincere il premio, Deepa Bhasthi è anche la curatrice della raccolta. È stata lei a selezionare i dodici racconti tra i cinquanta, divisi in sei raccolte, scritti da Mushtaq nell’arco di trent’anni. Ma i giurati hanno apprezzato molto proprio la traduzione di Bhasthi che, secondo Porter, “celebra il passaggio da una lingua all’altra”, esaltando tra l’altro la duttilità e la varietà dell’inglese. “La sfida è far conoscere al lettore una cultura diversa, senza esotizzarla”, ha detto Bhasthi in un’intervista recente. The Guardian
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Questo articolo è uscito sul numero 1615 di Internazionale, a pagina 92. Compra questo numero | Abbonati