La confessione può essere un toccasana, ma può avere le sue conseguenze, come in Sex. Il primo capitolo della “trilogia di Oslo” è basato principalmente sui dialoghi e prende spunto da una discussione tra due colleghi di lavoro. Uno di loro racconta di aver accettato l’invito di un cliente a fare sesso con lui. Anche se è la sua prima esperienza omosessuale, l’uomo non sembra dargli grande importanza. Al punto che l’ha confessato candidamente anche alla moglie. E se per lui si è trattato solo di sesso, per la moglie è molto di più. È un tradimento? Deve considerare il marito gay? Il loro è un matrimonio felice? Haugerud ripone grande fiducia nella qualità della sua scrittura. E fa bene. Il fatto che il film sia basato quasi esclusivamente sui dialoghi lo rende un po’ statico, ma la discussione e le sue digressioni sono sorprendenti, ironiche e divertenti e fanno di Sex un’avvincente esplorazione d’identità, sessualità e libertà.
Allan Hunter, Screen International
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Questo articolo è uscito sul numero 1614 di Internazionale, a pagina 80. Compra questo numero | Abbonati