L’età del disincanto è una novella, un romanzo breve che ricostruisce sei settimane nella vita di una coppia (due dentisti) e delle loro tre bambine. Lei accarezza l’idea di lasciare la famiglia per un amante. Il marito-narratore si sforza di evitare un confronto con la moglie che la costringerebbe a confessare o le rivelerebbe che lui è già a conoscenza del suo dilemma. Ci riesce, aiutato dall’incessante fluire della vita quotidiana con i bambini, da dettagli non del tutto convincenti sulla pratica odontoiatrica, ma soprattutto dalla sua ostinata determinazione a far andare avanti le cose a qualsiasi costo. L’età del disincanto, come lui la descrive, è “quando le barriere tra le proprie circostanze e il resto del mondo sono infine abbattute”. L’approccio di Smiley come scrittrice è generoso. Vuole raccontarci ciò che sa, offrire i suoi pensieri sulla vita in una forma narrativa piacevole. Tuttavia non sembra esserci una motivazione interna sufficiente perché le prolungate riflessioni del dentista diventino una novella anziché un racconto molto più breve. In questo caso, la novella potrebbe essere, come molti autori prima di Smiley hanno scoperto, una forma o troppo lunga o troppo corta.
Laura Furman, Los Angeles Times
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Questo articolo è uscito sul numero 1614 di Internazionale, a pagina 84. Compra questo numero | Abbonati