Un pianeta distrutto da un conflitto, un nuovo mondo nato dalle ceneri: benvenuti a Kuurandia, universo immaginario creato dalla band folk psichedelica giapponese Kuunatic. “Il tema dei nostri testi è sempre un miscuglio di mitologia, fantascienza ed eventi reali,” spiega Fumie Kikuchi, tastierista del gruppo. Le Kuunatic sono nate da un progetto di Kikuchi con due studenti straniere, Angie, venezuelana, e Sanni, finlandese. Dopo la partenza di Sanni sono subentrate Yuko Araki alla batteria e Shoko Yoshida al basso. L’idea iniziale era mescolare tradizioni giapponesi e venezuelane. Il nome stesso deriva da kuu, che vuol dire luna in finlandese: Kuunatic significa “lunatico”. Con il debutto Gate of Klüna per l’etichetta tedesca Glitterbeat hanno guadagnato l’attenzione internazionale, restando però un culto di nicchia in Giappone. Il nuovo album _ Wheels of Ömon_ è nato dopo quattro anni, complicati dalla distanza geografica tra le tre musiciste. Una residenza artistica sulle Alpi svizzere gli ha permesso di completarlo, ispirandosi ai paesaggi montani. Come in passato, le Kuunatic usano strumenti tradizionali in contesti moderni: kagurabue, shō e wadaiko si fondono con influenze post-punk e canto polifonico bulgaro. I loro concerti, teatrali e rituali, riflettono l’influenza dello sciamanesimo e dell’animismo radicati nella cultura giapponese, trasportando il pubblico nell’affascinante mondo di Kuurandia.
Michal Wieczorek,
** Bandcamp Daily**

Kuunatic (Céline Fougerouse)

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Questo articolo è uscito sul numero 1613 di Internazionale, a pagina 92. Compra questo numero | Abbonati