Durante la pandemia di covid-19, la scrittrice cilena Daniela Catrileo ha scritto il romanzo Chilco _(Seix Barral 2023), nato come “una lunga poesia che si allungava sempre di più”. Racconta le tensioni sociali e politiche del paese, ma affronta anche il dibattito sulla rappresentazione indigena, partendo dalle sue origini mapuche. Ha suscitato interesse anche all’estero, soprattutto dopo essere stato tradotto in inglese e consigliato da Dua Lipa: “Chilco _mette in discussione le radici, l’identità e le ferite del colonialismo”, ha scritto la cantante. La traduzione è stata anche un esercizio di creazione condivisa, che ha reso necessaria la spiegazione di ciò che non può essere spiegato. “Stringevamo alleanze con i traduttori, in modo che potessero immaginare ciò che immaginavo io”, racconta Catrileo. Uno dei suoi obiettivi era garantire che le lingue native presenti nel romanzo – mapudungun, quechua, aymara – coesistessero insieme a quella della traduzione senza bisogno di note a piè di pagina.
Muriel Alarcón, El País
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Questo articolo è uscito sul numero 1611 di Internazionale, a pagina 80. Compra questo numero | Abbonati