◆ La duna di Pilat, che si staglia per più di cento metri al di sopra dell’oceano Atlantico a sudovest di Bordeaux, è la duna di sabbia più alta d’Europa.
Anche se può sembrare immobile, questa massa di sabbia, che misura 2,7 chilometri per cinquecento metri, in realtà è in continuo movimento. La spinta del vento fa sì che si sposti costantemente di quattro o cinque metri verso l’interno ogni anno. Le correnti provenienti dal mare trasportano la sabbia su per il dolce pendio rivolto verso la costa, depositandola vicino alla cresta, da dove poi crolla lungo il ripido versante sul lato interno, la cui pendenza arriva a 29 gradi.
Le fluttuazioni delle condizioni ambientali nel corso dei millenni hanno conferito alla duna il suo aspetto attuale. Gli scienziati ritengono che la sabbia si sia accumulata durante periodi più freddi e asciutti. Nelle fasi più calde e umide la crescita delle foreste ha contribuito a stabilizzare il terreno e ha permesso alla duna di crescere in altezza.
La massa sabbiosa è intervallata da vari strati di paleosol, antichi suoli che hanno aiutato i ricercatori a ricostruire la sua storia. Tracce di questi strati più scuri affiorano spesso dalle pendici della duna.
La foresta alle spalle della costa sabbiosa è composta da pini marittimi piantati all’inizio dell’ottocento per cercare di stabilizzare la duna, e da querce inglesi che possono vivere fino a mille anni. Nel 2022 un incendio ha bruciato più di seimila ettari di questa foresta, anche se l’area bruciata non è visibile in questa immagine,realizzata dal satellite Landsat 8 nel 2024.
La duna si trova vicino all’ingresso del bacino di Arcachon, un estuario che interrompe un lungo tratto di spiagge sabbiose sulla costa sudoccidentale della Francia. I canali e i banchi di sabbia in corrispondenza dell’apertura della baia, come il grande banco di Arguin, sono il risultato dell’azione delle maree.
All’interno della laguna gli acquitrini salmastri ospitano una grande varietà di piante e animali, e l’Île aux Oiseaux (isola degli uccelli) è usata come base da 150 specie di volatili per tutto l’anno.–Nasa
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Questo articolo è uscito sul numero 1611 di Internazionale, a pagina 99. Compra questo numero | Abbonati