Nel 2024 il servizio di streaming Spotify ha versato circa 59 milioni di dollari (52 milioni di euro) come compensi derivanti dai diritti d’autore ad artisti di Nigeria e Sudafrica, i suoi principali mercati in Africa. Nel 2024 l’azienda svedese ha pagato circa dieci miliardi di dollari in royalties in tutto il mondo. Ma anche se l’Africa rappresenta solo una piccola parte della sua offerta, l’interesse per gli artisti del continente è in costante aumento. La crescita è trainata dal successo di generi come l’afro­beats e l’amapiano e dall’ascesa di artisti come Burna Boy, Tyla e Rema, sempre più presenti sui social network come TikTok. I guadagni degli artisti nigeriani sono più che raddoppiati rispetto al 2023, mentre quelli dei sudafricani sono aumentati del 54 per cento. La crescita è merito soprattutto degli ascoltatori locali: +49 per cento in Nigeria, addirittura +104 per cento in Sudafrica in tre anni. Ma il successo non si ferma alla musica. Artisti africani stanno diventando protagonisti anche nella moda di lusso. Tyla ha cantato per Louis Vuitton. Il riconoscimento è diventato ufficiale anche ai Grammy awards, che nel 2024 hanno introdotto la categoria “Best African music performance”. Secondo la stessa Spotify il mondo oggi è più aperto ai suoni africani. E anche se la diversità nei settori creativi è ancora limitata, stilisti come Olivier Rousteing e Ib Kamara stanno portando le loro radici africane nell’universo
del lusso.
Ezreen Benissan,
Vogue

Tyla (Annie Reid)

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Questo articolo è uscito sul numero 1610 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati