Cento porcellini d’India segue la vicenda di Eufrasia Vela, un’assistente sanitaria per anziani di Lima. Il caso la porta a dover decidere se aiutare a morire una delle donne malate di cui si prende cura. Poi, anche il vicino Jack Harrison, il migliore del gruppo, reclamerà i suoi servigi. Eufrasia abbina il lavoro a domicilio a quello in una casa di cura, dove incontra un gruppo di anziani che si fanno chiamare i magnifici sette e anche loro la mettono in una situazione simile. Per uno scrittore è lodevole allontanarsi dagli argomenti più noti e addentrarsi in territori scomodi. La vecchiaia, la solitudine degli esseri umani quando non servono più alla società, la richiesta di una morte dignitosa, un’eutanasia che deve andare di pari passo con i progressi della medicina che, a volte, ci permettono di vivere più a lungo ma non meglio: sono tutti temi etici molto spinosi che possono essere affrontati da qualsiasi angolazione: commedia, denuncia, dramma o come si preferisce. Gustavo Rodríguez riesce a fare qualcosa di quasi incredibile: non si fa graffiare da nessuna spina. Il prezzo da pagare però è una scarsa definizione dei personaggi e un rifiuto a priori del conflitto.
Carlos Zanón, El País

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Questo articolo è uscito sul numero 1608 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati