La paura della distruzione nucleare totale incombe su La luce cieca, una saga familiare che abbraccia sessant’anni, dal 1959 al 2019. Ma a differenza di molte fiction speculative basate sulla guerra atomica, la sua storia si svolge in un mondo in cui il temuto cataclisma non si materializza. Le fantasie che i suoi personaggi hanno sulle nuvole a forma di fungo e sulla morte di massa rimangono fantasie. “Siamo i soldati più inutili della storia”, dice un veterano che ripensa al suo periodo in una base di addestramento della protezione civile creata negli anni cinquanta per prepararsi alla guerra nucleare. Questa base remota, in Cumbria, nel nordovest dell’Inghilterra, è dove Drummond Moore, Drum, è mandato nel 1957. Di classe operaia e proveniente dall’Essex, fa amicizia con un ricco compagno di servizio di nome James Carter. Drum è affascinato dal seducente ma viscido Carter, che a sua volta sviluppa una torbida dipendenza emotiva da Drum. L’incontro si rivelerà fatale. La linea temporale del romanzo comincia con la partenza di Drum dalla base militare nel 1959. Drum sposa Gwen, una barista di una città vicina, e torna a vivere nell’Essex con lei. Anche Carter si sposa e prende in consegna la vecchia casa di famiglia nel nord dell’Inghilterra. Le traiettorie delle due famiglie s’intrecciano man mano che l’azione va avanti. L’apocalisse che non arriva mai è consona a personaggi che sono misteri per sé stessi e per gli altri.
Ludovic Hunter-Tilney, **
**Financial Times
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it
Questo articolo è uscito sul numero 1427 di Internazionale, a pagina 94. Compra questo numero | Abbonati