Le principali banche europee sfruttano i paradisi fiscali per pagare meno tasse, scrive Le Monde. Secondo uno studio dell’Osservatorio fiscale europeo, realizzato sui dati di 36 istituti disponibili dal 2014, il 25 per cento dei loro utili è registrato in diciassette paesi e territori considerati paradisi fiscali. In questi territori, stima l’osservatorio, ogni anno le banche europee registrano profitti per venti miliardi di euro, il 14 per cento del totale. Una quota stabile dal 2014, nonostante l’introduzione della norma che obbliga gli istituti a pubblicare dati più trasparenti sulle loro attività. “I profitti registrati dalle banche nei paradisi fiscali sono alti”, si legge nello studio. “Circa 238mila euro per dipendente, contro i 65mila realizzati nei paesi che non sono paradisi fiscali”. Con l’imposta minima globale del 15 per cento approvata di recente dalle principali economie mondiali, conclude l’osservatorio, le 36 banche europee incluse nello studio dovrebbero pagare dai tre ai cinque miliardi di euro di tasse in più all’anno. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1426 di Internazionale, a pagina 103. Compra questo numero | Abbonati