La scrittrice camerunese Djaïli Amadou Amal si è fatta conoscere con Le impazienti, un romanzo ispirato a fatti reali che mette a nudo la violenza proteiforme subita dalle donne nella regione del Sahel. Dal matrimonio forzato allo stupro coniugale, dalle molestie alla poligamia e alla violenza fisica, Amal non ha tralasciato nulla dagli abusi che anche lei ha in parte vissuto. Tutto comincia con un matrimonio forzato organizzato da due zii che, secondo la tradizione, hanno su di lei gli stessi diritti dei suoi genitori. “Se ti rifiuti, è perché non ami i tuoi”, le dicono. Il ricatto emotivo funziona: lei ama un altro uomo, ma quando ha solo 17 anni diventa la seconda moglie di una celebrità locale che ne ha 33 più di lei. Il matrimonio è un fallimento. Lui la ripudia. Lei si risposa, ma è un nuovo fallimento: il suo secondo marito è violento. Fugge nel sud del paese, a Yaoundé. Le persone che ha intorno non capiscono: passi per il primo marito, ma avrebbe potuto comportarsi meglio con il secondo, così ricco. La esortano a essere paziente, cioè non solo ad accettare il suo destino, ma soprattutto a non lamentarsi. “Ho risposto con un proverbio Fulani: ‘Scappare per salvarsi la pelle è una forma di coraggio’”. Clarisse Juompan-Yakam, Jeune Afrique
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Questo articolo è uscito sul numero 1418 di Internazionale, a pagina 119. Compra questo numero | Abbonati