Nell’aprile del 1975 l’ormai famigerato governo dei Khmer rossi, chiamato in questo ambizioso primo romanzo l’Organizzazione, costringe i residenti delle aree urbane a migrare in massa verso le province rurali. Raami, sette anni, e la sua famiglia allargata di stirpe reale, come il resto della classe intellettuale e della borghesia cambogiana, partono da Phnom Penh, abbandonando le loro case, le loro professioni e, quando possibile, anche le loro identità privilegiate, diventate improvvisamente pericolose. Anche se racconta cose tristi, All’ombra del baniano riesce a legare la crudeltà e la violenza alla bellezza lussureggiante delle campagne. I capitoli sono animati dalle poesie che il padre di Raami scrive e recita, e da miti e racconti popolari che vivono nella memoria della bambina. Insieme ad altri, la famiglia è trasferita in una scuola abbandonata e convive in modo relativamente pacifico con l’Organizzazione, fino a quando il padre di Raami è costretto a rivelare il suo nome aristocratico e a costituirsi. Il resto della famiglia deve trasferirsi di nuovo. Per Raami, i veri terrori cominciano con la perdita del padre, e vivendo nel villaggio di Stung Khae capisce che l’Organizzazione sta diventando ancora più potente e paranoica. L’ampiezza storica e lo slancio narrativo sono i maggiori punti di forza del romanzo. Vaddey Ratner segue il regno dei Khmer rossi fino al suo tramonto, narrando le molteplici tragedie attraverso le esperienze di Raami con i bambini soldato, la morte, la carestia e i matrimoni di massa con i rivoluzionari. All’ombra del baniano lascia la sensazione profonda di essere stati testimoni di una tragedia della storia.
Krys Lee, The Guardian

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Questo articolo è uscito sul numero 1418 di Internazionale, a pagina 119. Compra questo numero | Abbonati