Per il suo esordio letterario Quentin Tarantino ha optato per una versione romanzata del suo film del 2019 C’era una volta a… Hollywood (stesso titolo ma senza i puntini di sospensione) che fin dalla prima edizione è uscito in un classico formato tascabile da best seller, quello che si può facilmente riconoscere vicino alle casse dei supermercati o in un qualunque autogrill. Anche lo slogan-sottotitolo è classico-rétro: “Hollywood 1969… Avresti dovuto esserci!”. Tarantino non vuole impressionare con frasi complesse, sfumature o intuizioni psicologiche. Il suo Once upon a time in Hollywood è un romanzo tutto trama, prendere o lasciare, anche se lungo la strada l’autore parla di cose che ama come vecchi film, cameratismo maschile, vendetta, redenzione, musica e costumi. Per lui la cultura pop è quello che gli Stati Uniti hanno al posto della mitologia. Il romanzo segue la traccia del film, alcuni dialoghi sono uguali, ma ci sono anche delle differenze (grandi e piccole). In definitiva è quello che dev’essere: se fosse scritto meglio sarebbe peggio. The New York Times

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Questo articolo è uscito sul numero 1416 di Internazionale, a pagina 90. Compra questo numero | Abbonati