marcos brindicci, getty

Il 9 giugno, durante la visita del premier socialista spagnolo Pedro Sánchez a Buenos Aires, il presidente argentino Alberto Fernández ( nella foto ) ha voluto rendere omaggio all’eredità europea degli argentini, ma le sue dichiarazioni sono risultate xenofobe e offensive per molti. “I messicani vengono dagli indigeni, i brasiliani dalla foresta, noi argentini siamo arrivati con le barche, barche che arrivavano da lì, dall’Europa”, ha detto Fernández credendo di citare il premio Nobel messicano Octavio Paz. “In realtà le parole sono di una canzone del musicista argentino Litto Nebbia”, scrive la giornalista brasiliana Sylvia Colombo sul New York Times. “Non si è trattato di un passo falso del presidente: la frase razzista rivela la negazione profonda delle radici nere e miste della società argentina, su cui si è modellata l’identità culturale nazionale. E dimostra la resistenza di gran parte della società a capire che il paese si è formato attraverso un processo di fusione a volte brutale, come nel resto della regione”. Anche se Fernández si presenta come un leader di centrosinistra, “continua a credere che gli argentini siano europei”. Secondo i portavoce degli indigeni mapuche, le parole del presidente Fernández rappresentano “la sua aspirazione a un’Argentina bianca e alzano il tono del conflitto con i popoli originari”, si legge sul sito elDiarioar.

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Questo articolo è uscito sul numero 1414 di Internazionale, a pagina 26. Compra questo numero | Abbonati