Josh Edelson, Afp/Getty

Il 4 e 5 giugno a Londra i ministri delle finanze dei paesi del G7 potrebbero raggiungere un accordo per introdurre un’imposta minima globale del 15 per cento sui redditi delle multinazionali, scrive Le Monde. Secondo uno studio pubblicato il 1 giugno dall’Eu Tax Observatory, grazie a un accordo simile le entrate fiscali dei paesi dell’Unione europea potrebbero crescere di una quota compresa tra il 13 e il 50 per cento. L’osservatorio, guidato dall’economista francese Gabriel Zucman (nella foto), ha realizzato le sue stime calcolando il deficit fiscale delle multinazionali, cioè la differenza tra quanto pagano oggi alle varie amministrazioni fiscali e quanto pagherebbero con l’imposta minima globale. Con un’aliquota del 15 per cento, per esempio, il Regno Unito incasserebbe quasi duecento milioni di euro in più dalla sola Bp. Se l’imposta minima globale dovesse essere fissata al 25 per cento, l’aliquota più bassa in vigore oggi nei paesi del G7, la Bp pagherebbe al fisco britannico circa 484 miliardi di euro in più. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1412 di Internazionale, a pagina 115. Compra questo numero | Abbonati