Quando una band si chiama Lord Huron, è inevitabile pensare che farà una musica dalle pose regali. Per fortuna i Lord Huron non deludono questa premessa. Long lost fa venire in mente un’escursione cinematografica fatta di suggestioni celestiali e arrangiamenti ricchi. L’album ha istinti fantasiosi, strani a volte, in cui compaiono segmenti parlati che sembrano trasmessi a distanze lontanissime. Tuttavia le canzoni sono compiute, sostenute da arrangiamenti e melodie elaborati, inafferrabili e solidi allo stesso tempo. Il gruppo indie-folk di Los Angeles ci chiede di assorbire tutto senza interruzioni e Mine forever incoraggia in questa direzione. Per alcuni Long lost può sembrare pretenzioso, ma bisogna invece lasciarsi intrigare dalle rivelazioni di una composizione così generosa. La traccia di chiusura, Time’s blur, è un lungo momento psichedelico in stile Pink Floyd, che in fondo prova quanto i Lord Huron abbiano allestito un’opera epica ma pur sempre introspettiva. Un’esperienza emotiva che mantiene le promesse per la maggior parte del tempo.

Lee Zimmerman,
American Songwriter

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Questo articolo è uscito sul numero 1411 di Internazionale, a pagina 94. Compra questo numero | Abbonati