Il rifiuto del governo indiano di addossarsi il costo di una campagna d’immunizzazione universale contro il covid-19 ha portato a una grave disuguaglianza nel paese, minando la ripresa da una delle peggiori ondate di contagi al mondo, scrive The Caravan. L’India è l’unico dei dieci paesi più colpiti dalla pandemia a non offrire il vaccino gratis a tutti. Il piano vaccinale è cominciato a gennaio con la somministrazione gratuita nelle strutture pubbliche agli operatori sanitari e ai lavoratori più a rischio. Poi dal 1 marzo è stato il turno degli anziani e delle persone di più di 45 anni con altre malattie; anche le strutture private potevano somministrare il vaccino, ma a un prezzo calmierato. Nella terza fase, per chi aveva più di 45 anni, i prezzi sono rimasti contenuti ma nella quarta fase, avviata nel pieno della crisi sanitaria, i prezzi sono stati deregolamentati. Solo poco più del 10 per cento degli indiani ha ricevuto la prima dose e il piano vaccinale procede a rilento, sia per la carenza di dosi sia per l’ostacolo legato al costo e alle difficoltà di registrarsi online, conclude The Caravan.
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Questo articolo è uscito sul numero 1411 di Internazionale, a pagina 38. Compra questo numero | Abbonati