Un giorno la compositrice kuwaitiana Fatima Al Qadiri stava consultando un elenco di potenziali titoli per i suoi album futuri, quando è venuto fuori Medieval femme. “Ho avuto un incidente molto traumatico quando avevo undici anni”, racconta Al Qadiri, “non potevo fare terapia, né elaborare quello che mi era successo e sognavo solo di essere in terre lontane, fantasie medioevali e ambientazioni da mille e una notte. Così, quando ho cominciato a pensare a un nuovo disco, sono tornata a quei ricordi. Gran parte di Medieval femme nasce dalla rivisitazione della mia gioventù”. Di recente Al Qadiri ha scoperto una profonda passione per la poesia classica delle donne arabe. Sforzandosi di trovare le storie delle donne medievali, ha trovato una copia di Classical poems by Arab women, un’antologia a cura del poeta e storico Abdullah al Udhari, e ha trovato subito una profonda connessione con il lavoro di Al Khansa, poeta preislamica del seicento, una delle figure più celebri della sua epoca. Al Qadiri – la cui arte concettuale è stata esposta al MoMA di New York e che fa anche parte del supergruppo Future Brown dell’etichetta Warp Records – nel 2019 ha cominciato a comporre i brani del disco. L’elettronica di Medieval femme ha un tono misterioso e mistico, che attinge da sorgenti emotive opposte, invocando sia il lucido sia l’onirico, sia il liminale sia il subliminale. È il disco migliore di Al Qadiri. Max Pilley, Bandcamp Daily
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it
Questo articolo è uscito sul numero 1410 di Internazionale, a pagina 94. Compra questo numero | Abbonati