Per i club britannici gli ultimi dodici mesi sono stati lunghi. La pandemia ha costretto i locali alla chiusura, mettendo in crisi un intero settore. Nei giorni scorsi però c’è stato il primo vero passo avanti dal marzo del 2020. Il 30 aprile e il 1 maggio circa seimila persone hanno partecipato a due serate di musica elettronica al Circus, un locale di Liverpool, in occasione di un test organizzato dal governo. L’ingresso all’evento era permesso solo a chi aveva un tampone negativo. Guardando i video, è chiaro che il fine settimana è stato dominato dalla gioia. Come non commuoversi vedendo le immagini della dj Jayda G che fa ballare la folla? Eppure c’è stato anche un inevitabile alone di negatività attorno alle due serate. Il protagonista del fine settimana al Circus è stato il producer tedesco Sven Väth, e questa scelta non è piaciuta ad alcuni, perché nei mesi di pandemia Väth ha partecipato a diversi eventi, seppure legali, in India e in altri paesi che non prevedevano il distanziamento sociale e dove c’erano molte persone senza mascherina. I Bicep, duo di producer di Belfast, hanno definito “disgustosi” i dj come lui, che hanno scelto di esibirsi in quei contesti. Matt McBriar dei Bicep ha dichiarato: “In questi mesi è stata tracciata una linea di demarcazione tra chi si comporta come un uomo d’affari e pensa solo a fare soldi e i veri artisti”. La scelta di chiamare Sven Väth a Liverpool forse è stata sbagliata e ha rovinato un bel momento.
Robin Murray, Clash
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Questo articolo è uscito sul numero 1408 di Internazionale, a pagina 94. Compra questo numero | Abbonati