La seconda ondata della pandemia, insieme alla carenza dei vaccini, sta mettendo a dura prova l’India, dove i contagi giornalieri hanno ormai superato i 270mila. Il governo non ha dato il via libera ai vaccini stranieri, come lo Sputnik V, e si è affidato troppo alla capacità di due aziende private, il Serum Institute e la Bharat Biotech, di aumentare la produzione. Ma le aziende hanno fallito e molti centri vaccinali hanno dovuto sospendere l’attività. Solo l’8 per cento degli indiani è vaccinato. Il 20 aprile il governo ha deciso di estendere le somministrazioni a tutte le persone sopra i 18 anni, mentre finora erano limitate a chi ha più di 45 anni.
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Questo articolo è uscito sul numero 1406 di Internazionale, a pagina 26. Compra questo numero | Abbonati