Nel debutto dei Dry Cleaning, Florence Shaw tesse un nuovo linguaggio, fatto di ritagli di giornali, commenti su YouTube, pubblicità, titoli e cibo guasto, trasformando la spazzatura quotidiana in qualcosa di fantastico e utile. Sostenuti dalla produzione di John Parish, i riff acquistano profondità e la sezione ritmica è arricchita da shaker, drum machine e battiti di mani. New long leg è un’affilata dichiarazione d’intenti che ci presenta Shaw come un’antropologa del quotidiano. Prima di finire a fare la cantante in una band post-punk, era un’artista visiva. Ora in questa nuova veste creativa lavora negli spazi possibili tra sillabe e suoni. Sul palco è ferma, con gli occhi fissi, quasi ad annullarsi nell’esibizione: “Sono solo un condotto, non guardarmi, sono solo il mezzo” canta in Every day carry. Il quartetto persegue una cottura a fuoco lento, procedendo con pazienza e cautela. La preoccupazione e la rabbia ribollono ma non esplodono mai: è una colonna sonora per non andare a pezzi. _New long leg _è tutto in un colpo solo, un lavoro che prima assorbe e poi sputa l’infinito rumore del mondo e ci chiede di guardare una seconda volta, per rendere nuove le cose comuni.
Kaelen Bell, Exclaim
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Questo articolo è uscito sul numero 1405 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati