Il Niger ha assistito al primo passaggio di poteri democratico dal 1960, l’anno dell’indipendenza. Il 2 aprile si è insediato il neoeletto presidente Mohamed Bazoum, che ha promesso di occuparsi soprattutto di sicurezza e scuola. La notte di due giorni prima a Niamey erano stati avvertiti degli spari e al mattino le autorità hanno dichiarato di aver sventato un colpo di stato. I risultati del ballottaggio presidenziale del 21 febbraio sono stati molto contestati e il paese è diviso, spiega su The Conversation il politologo Olayinka Ajala, secondo il quale le fratture sono particolarmente gravi nell’esercito. “Bazoum deve tenere uniti i vari gruppi etnici per combattere le minacce esterne”, tra cui figurano anche i jihadisti nigeriani di Boko haram.

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Questo articolo è uscito sul numero 1404 di Internazionale, a pagina 23. Compra questo numero | Abbonati