La nuova serie documentaria di Adam Curtis, sottotitolo An emotional history of the modern world, in effetti non può lasciare emotivamente indifferente chi la guarda e – sembra quasi inutile dirlo – è difficile togliersela dalla testa. Proprio come promette, in sei ore e poco più racconta come noi siamo arrivati da lì a qui. Per “Noi” s’intende il mondo occidentale, sia perso nelle sue paludi politiche, sociali e culturali sia influenzato e legato alla Russia e alla Cina; “lì” è la metà del novecento; “qui” è il nostro polarizzato, fragile, pericolante e tecnologizzato presente. Stupefacente. The Guardian
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Questo articolo è uscito sul numero 1403 di Internazionale, a pagina 84. Compra questo numero | Abbonati