Per il sesto anno consecutivo la discografia mondiale ha fatto registrare dei dati in crescita. Lo conferma un’indagine annuale dell’International federation of the phonographic industry (Ifpi), l’organizzazione che rappresenta l’industria fonografica internazionale. La crescita complessiva nel 2020 è stata del 7,4 per cento. I ricavi sono stati pari a 21,6 miliardi di dollari (circa 18,2 milioni di euro). Anche stavolta il settore è stato trainato dai servizi di streaming, che hanno generato profitti per 13,4 miliardi di dollari (circa 11,3 milioni di euro), soprattutto grazie agli abbonamenti premium, aumentati del 18,5 per cento (nel mondo ci sono 443 milioni di abbonati a pagamento). La crescita dei ricavi dello streaming ha compensato il calo di altri formati, inclusi il segmento dei supporti materiali – calato del 4,7 per cento – e i diritti connessi (quelli riguardanti le incisioni discografiche, che spettano a chi ha prodotto, interpretato e suonato un brano), diminuiti del 10,1 per cento a causa della pandemia. Continua invece la crescita del vinile, che ha fatto registrare un aumento del 23,5 per cento rispetto al 2019. I cd continuano la loro caduta: sono calati dell’11,9 per cento. Gli artisti che hanno venduto di più nel 2020 sono stati i sudcoreani Bts (il loro Map of the soul: 7 è stato l’album più venduto), seguiti da un gruppo di statunitensi: Taylor Swift, Drake, The Weeknd e Billie Eilish. Dylan Smith, Digital Music News
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Questo articolo è uscito sul numero 1402 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati