Nei suoi primi album Julien Baker ha abbinato la sua voce tremante, gli arrangiamenti delicati a temi come il disgusto di sé, la difficoltà a comunicare con gli altri e la solitudine. Nel suo nuovo disco, Little oblivions, affronta gli stessi argomenti ma con ancora più sicurezza, abbracciando sonorità sempre più indie-rock. Il brano di apertura dell’album, Hardline, comincia con un suono di organo che ricorda un film horror. “Comincia a chiedere perdono in anticipo per tutte le cose che distruggerò”, canta Baker. In seguito il brano prende una piega più folk, che fa pensare ad Angel Olsen e Pj Harvey. Phoebe Bridgers e Lucy Dacus invece contribuiscono al ritornello di Favor con i loro cori. Con Little oblivions Baker aggiorna il suo stile folk per adattarsi a un approccio più rock. Come A.A. Williams, Snail Mail e Soccer Mommy traduce il suo tono confessionale in canzoni coinvolgenti. Questo album è un passo avanti significativo.
John Amen, Slant
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Questo articolo è uscito sul numero 1398 di Internazionale, a pagina 80. Compra questo numero | Abbonati