L’ultimo romanzo di William Wall racconta la storia di due sorelle, Grace e Jeannie, con una vita familiare non convenzionale. Per volere del padre, uno scrittore naturalistico di successo, vivono con la madre un’esistenza neo-agraria su un’isola al largo della costa occidentale dell’Irlanda. Lui è spesso fuori per i tour di presentazione dei suoi libri, e le ragazze, che non frequentano la scuola, sono socialmente isolate e praticamente selvagge. La storia ruota intorno a due eventi: la morte della loro sorella minore, che cade dalla torre di guardia dell’isola, e un intricato ménage erotico che è riassunto con disinvoltura da Grace all’inizio del romanzo: “Richard Wood era un poeta e un amico di mio padre, ma ovviamente era anche l’amante di mia madre e di mia sorella Jeannie”. Il punto di vista si alterna tra Grace e Jeannie, seguendole entrambe nell’età adulta. Jeannie ce l’ha con il padre. Si trasferisce a Londra e diventa geologa. Grace, che è sempre stata più vicina a suo padre, diventa psicologa e sposa un uomo di nome Bill che glielo ricorda. L’epilogo della storia è una drammatica resa dei conti che ricorda Festen, il film di Thomas Vinterberg in cui un potente patriarca deve fare i conti con le rimostranze a lungo represse dei suoi figli adulti. Malgrado tutta l’eleganza e la compostezza della sua prosa, il romanzo emana un cinismo infelice. Houman Barekat, The Irish Times
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Questo articolo è uscito sul numero 1398 di Internazionale, a pagina 76. Compra questo numero | Abbonati